Non solo lezioni: la pratica richiede anche luoghi, corsi, libri, attrezzatura. Le storie di chi vive di yoga e, magari, prima faceva altro
«Sono le donne, almeno per i due terzi, a comprare articoli legati allo yoga e alla meditazione. Un settore in espansione, senza dubbio, al quale anche noi abbiamo deciso di dedicare una sezione specifica del nostro negozio online». Francesco Angelo Rosso è l’amministratore delegato di Macrolibrarsi, che si definisce il negozio etico più grande d’Italia. Un’azienda che affonda le radici nella storia della sua famiglia: «I miei genitori, nel 1987, fondarono la casa editrice Macro per proporre libri sulla macrobiotica, un tipo di alimentazione che a loro aveva portato grossi benefici in termini di salute. Seguire quel tipo di dieta, poi, ha aperto nuove finestre sul benessere in generale, sia per la il corpo che per la mente. Ed è così che le pubblicazioni si sono mano a mano aperte ad altri argomenti».

Nel 2002, dunque, la casa editrice si stacca dalla parte della vendita per corrispondenza, diventando un’azienda a sé, la Macrolibrarsi appunto: «Nel frattempo l’abitudine che la mia famiglia aveva tenuto in vita per anni, quella di spedire a casa di 40mila famiglie, una volta all’anno, il catalogo dei libri, stava entrando in crisi. I costi legati e stampa e spedizione erano impegnativi e si è scelta un’altra strada per avere visibilità, quella del web. Io mi sono messo al lavoro come webmaster, finché nel 2008 sono diventato amministratore delegato della Macrolibarsi, che dal 2008 ha giovato di una importante collaborazione con Weleda, una casa di cosmetici biodinamici che aveva individuato i nostri clienti come potenzialmente interessanti. Da quei nuovi orizzonti, ho immaginato che potessimo iniziare a proporre tutto ciò di cui si parlava nei libri, ovvero i prodotti che consentivano di vivere a pieno lo stile di vita descritto e diffuso nelle pubblicazioni. È allora che il reparto degli articoli per la pratica dello yoga ha preso vita».
Seguendo un processo controcorrente, dal web al territorio e non viceversa come oggi più spesso capita, nel 2013, a Cesena, è nato il punto vendita di Macrolibrarsi mentre a Bagno di Romagna è sorta la Fattoria dell’autosufficienza, un agriturismo nel quale, di recente, è stato inaugurato un tempio yoga: «L’intento che sta dietro le nostre azioni è quello di portare un cambiamento culturale, sia di tipo ecologico che spirituale. In tutto questo lo yoga ha senz’altro una parte rilevante: «Per quanto, sul nostro fatturato, rappresenti ancora una percentuale irrisoria che si attesta intorno al 5%, siamo certi che continuerà a crescere. Da un lato può anche essere visto come una moda, dall’altra penso che al pari dell’alimentazione biologica, sia qualcosa dal quale è difficile si possa fare un passo indietro. I benefici sono così tangibili che credo sia raro si possa iniziare a praticare e poi rinunciare. Io stesso, che mi sono avvicinato allo yoga sei anni fa, non potrei più farne a meno. Ne sento il bisogno, sono il mio corpo e la mia testa ogni giorno a chiedermelo. Il trend continuerà e il mercato, inevitabilmente, si amplierà». Anche Macrolibrarsi ci punta molto: «La concorrenza ci interessa fino a un certo punto, perché il nostro obiettivo non è trattare tutti gli articoli e disporre, dunque, di una gamma completa di prodotti per questa disciplina. Preferiamo concentrarci su una nicchia che faccia rima con qualità, cioè con equo-sostenibilità. Un settore che difficilmente sarà d’interesse dei grossi player, una volta che entreranno nel mercato».

A fargli eco è Giulia Martinelli, che oltre a essere un’insegnante di yoga, segue il settore sul sito di Macrolibarsi: «La richiesta che registriamo riguarda i libri, l’abbigliamento, i tappetini, i cuscini da meditazione. Da un lato c’è il nostro tentativo di veicolare il messaggio giusto, quello secondo cui lo yoga non è uno sport ma una disciplina completa, concetto che abbiamo cercato di far passare anche durante un’iniziativa che si è conclusa online il 15 gennaio, un mese di yoga e meditazione dedicato ai nostri utenti. Dall’altro abbiamo una clientela attenta, sensibile, che ci spinge a cercare sempre nuovi prodotti che siano in linea con la nostra filosofia». L’esplosione dello yoga, a Macrolibarsi, la iniziano a vedere anche dalle colline di Bagno di Romagna, dove la Fattoria dell’autosufficienza, che per la famiglia Rosso rappresenta il simbolo del cambiamento davanti alla crisi economica, ambientale, alimentare, energetica e sanitaria, ospita retreat intensivi: «Sono arrivate persone non solo dall’Emilia-Romagna ma anche dal Veneto e dalla Lombardia. Qui non c’è solo la possibilità di praticare nel tempio, che abbiamo costruito con legno, paglia, calce e terra cruda ma anche quella di vedere realizzata un’azienda agricola in grado di produrre tutto, dalla frutta e alle uova, dal miele ai legumi, dai cereali agli ortaggi. E di toccare con mano un modo di vivere che non contempla l’uso di plastica e cemento. Abbiamo un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica e organizziamo corsi di permacultura, orto, cucina naturale, diffondendo insegnamenti che noi nel quotidiano realizziamo».
L’insegnante ex bancario
A novanta chilometri dalla fattoria, per l’esattezza al Centro Yoga Chandrasurya di Rimini, a riflettere sul rischio del «business», in questo caso quello della formazione insegnanti, è Andrea Farina, che in ottobre farà partire un progetto su cui lavora da tempo, un corso quadriennale che vedrà la collaborazione di alcuni docenti dell’Università degli studi di Milano e della Ca’ Foscari e che sarà anche un modo per restituire quanto ricevuto dai suoi maestri, Claudio Conte e Patrick Tomatis: «Quando mi sono formato io, vent’anni fa, la realtà che lavoravano nel settore erano poche e, anche se in assenza di un vincolo, proponevano percorsi formativi di quattro anni. Una volta fiutato l’affare, sull’onda di un movimento iniziato in India e poi cavalcato dagli americani queste realtà si sono moltiplicate e oggi si trovano corsi di un anno, quando non di tre settimane. Il paradosso è che da qui a qualche anno, potrebbero esserci più insegnanti che allievi. Insomma, sullo yoga non c’è solo un boom del merchandising ma un’esplosione del fenomeno in generale». Molto complesso, secondo Farina, è interrogarsi sui perché: «Al di là della bontà del metodo, credo che lo yoga risponda alle esigenze di chi vive la società attuale, una società che va ai duemila all’ora. Il fenomeno è poi stato alimentato dalla moda di alcuni stili di yoga, che in molti casi lo hanno presentato come una proposta di fitness. Se mettiamo insieme questo aspetto con il fascino dell’esoterico che viene dall’Oriente e la promessa di poter arrivare all’essenza di noi stessi, ecco che con tutto l’amore possibile che ho per lo yoga, posso affermare che può sembrare un prodotto affascinante per chi deve guadagnarci».

Farina, ex bancario, si è avvicinato alla yoga in un momento di insoddisfazione e durante un problema di salute, cominciando a prendere coscienza delle sue scelte: «Quando ho iniziato a formarmi, non c’era ancora l’idea di insegnare. Ma con il passare del tempo, ho capito meglio che il mestiere che facevo era lontano dalla mio essere e poco a poco sono riuscito a licenziarmi, fino ad aprire, tredici anni fa, la mia scuola. Il mio percorso è lungo e in parte complesso e guardo alla yoga diventato fenomeno di costume con dispiacere, anche se credo faccia parte dell’evolversi delle cose, dell’accelerazione della contemporaneità che sta tendendo a svilire la qualità in tanti campi, non solo in questo». Da membro della Yani (Yoga associazione nazionale insegnanti), ho però a cuore il valore di una formazione di qualità e sono convinto che le persone, se realmente interessante, le differenze tra chi è preparato e chi no le colgano. Dalla mia esperienza posso dire che non bastano nemmeno quattro anni per considerarsi arrivati, perché anche da insegnanti la ricerca è continua, non si esaurisce mai». E non è semplice nemmeno avere una scuola propria: «Io ho la partita Iva e vivo tutte le complessità della gestione di una piccola impresa. La laurea in Economia e commercio aiuta, un minimo di competenze le ho. Però bisogna far quadrare costi e burocrazia: non sono affatto aspetti secondari». Proprio nel corso della prima parte del 2021, il nome di Andrea Farina è circolato più volte nelle edicole. L’insegnante ha infatti scritto due volumi della collana «Yoga – Teoria e pratica» pubblicata dal Corriere della Sera. All’interno della stessa opera, è coautore del volume dedicato a yoga e alimentazione: «Quella attualmente commercializzata è una riedizione. Ma non cambia la soddisfazione di essere stati coinvolti, come Yani, in un progetto editoriale così importante».
Silvia Manzani